Odiarlo per amarlo davvero: Michael Jackson e la vertigine del genio

Il vero amore per l’arte di Jackson passa attraverso l’odio: un riflesso istintivo davanti a chi ha spezzato ogni confine conosciuto.
Come spiego al mio capo che la cosa migliore sarebbe… non avere un capo?

Se il capo diventasse un optional, forse scopriremmo che la produttività nasce dall’autonomia, non dai controlli.
Ma sicuro di non essere affetto da cenosillicafobia?

La capitale della moda è tornata viva, ma la mia voglia di umanità no: la misantropia non va in vacanza, nemmeno a settembre.
I balbettii delle macchine. Le allucinazioni dell’IA come infanzia cognitiva digitale

Come i bambini che trasformano l’ombra in mostro, gli algoritmi intessono bugie per esorcizzare il vuoto.
L’eco del vuoto

Pagine svuotate, testate ridotte a fantasmi: il prezzo della comodità si misura in redazioni deserte e giornalisti senza pubblico.
Elogio del non esaurito: tra folle piene e vuoti da colmare

milioni di biglietti venduti, un trionfo numerico. Eppure nelle folle striscia il vuoto di un’autenticità perduta.
Deficienza artificiale. Ovvero: ciò che l’intelligenza delle macchine non saprà mai

Un algoritmo può simulare il dubbio, ma non conosce il brivido di mettere in discussione la propria esistenza.
L’automa che danza con noi

Gli agenti intelligenti compiono gesti: l’IA trasforma le nostre richieste in flussi operativi concreti, aprendo nuove possibilità di interazione.
L’ordine invisibile del mondo: dove non arrivano gli algoritmi

Un’analisi critica di come l’intelligenza artificiale modella il mondo, rivelando i suoi lati oscuri e le conseguenze inattese.
Scusate il disagio, sono iperosmica

Mi scuso per l’interruzione delle notizie radio, ma le congiunzioni astrali hanno deciso di abbattere il mio castello di certezze.
