Maya Angelou, quando la poesia diventa strumento contro la discriminazione

Spesso siamo soliti dimenticare che la poesia non è solo un mediatore, un mero mezzo per tradurre in grafemi ciò che affiora nella mente. La poesia può e deve essere molto di più: essa infatti, prima di tutto, è uno strumento e, in quanto tale, può assolvere numerose funzioni. 

In questo articolo racconteremo la storia di Maya Angelou, una poetessa afroamericana che visse su di sé il peso della violenza sulle donne e della discriminazione razziale. Ciò la fece propendere, sin dalla giovane età, a vivere la poesia come  arma, per combattere il dolore che lei, e altre donne come lei, avevano dovuto subire in tutto il mondo.

La vita difficile di una donna afroamericana

Maya Angelou nacque il 4 aprile del 1928 nella città di Saint Louis, in Missouri. Fin da bambina rimane fortemente traumatizzata da numerosi episodi di violenza, primo fra tutti all’età di sette anni, a causa dei ripetuti abusi subiti da parte del compagno della madre. 

All’età di 17 anni la sua condizione di ragazza madre la obbliga a svolgere mestieri tra i più diversi, dalla ballerina alla cameriera, fino a giungere ad altri più compromettenti, come quello di spogliarellista e prostituta. 

Intanto, la sua passione per la scrittura, spinta dalla volontà di gridare al mondo il suo dolore, prende forma, tramutandosi nel tempo in opere di fama internazionale, prima fra tutte il romanzo I Know Why the Caged Bird Sing, tradotto in italiano “Io So Perché Canta l’Uccello in Gabbia” (1969). La poetessa si è spenta nel 2014 all’età di 86 anni.

Maya Angelou e la sua lotta contro la discriminazione

Negli anni, affiancata da grandi esponenti dell’attivismo, come Malcolm X e Martin Luther King, Angelou passerà da una vita segnata da soprusi razziali e povertà a quella di donna forte, capace di difendere, grazie alla fama, gli individui più deboli della società. 

Le sue poesie trattano di diritti civili negati, della mancanza di uguaglianza, della discriminazione che ogni giorno, fino ad una manciata di anni fa, la comunità afroamericana e le donne subivano in contrapposizione alle classi sociali dogmaticamente più emancipate e potenti.

Tra le sue opere poetiche più famose compare certamente Still I Rise, il cui testo si rivolge ai più deboli, insegnando loro a non arrendersi e a lottare per i propri diritti, anche quando tutto sempre remare contro.

“Puoi spararmi con le tue parole,

Puoi tagliarmi con i tuoi occhi,

Puoi uccidermi con il tuo odio,

Ma ancora, come l’aria, mi solleverò.”

Tali parole emanano un messaggio forte. Le lettere che compongono un fonema non sono fini a sé stesse: il pensiero dà loro un significato affinchè, raccolte in una frase, possano trattare argomenti tra i più disparati, diventando un vero atto di sensibilizzazione, un monito a diventare persone migliori.

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