Kenneth Koch, l'uomo che insegnò la poesia ai bambini

La poesia è un mondo magico e straordinariamente complesso, capace di stupire anche l’uomo più razionale, soprattutto quando entra in gioco il pensiero

Conoscere la poesia non significa semplicemente approcciarsi alla lettura di componimenti o entrare nella mente del poeta, ma conoscere le curiosità che si celano oltre il suo operato, come la sua passione possa infiltrarsi nei meandri di altre discipline. 

Questo è stato il caso di Kenneth Koch, un uomo statunitense del XX secolo che, oltre ad essere un poeta autoironico e innovativo, è stato un grande pedagogista, dedicando la sua vita all’insegnamento di questa nobile arte. 

Addentriamoci dunque in questo viaggio che ci porterà a scoprire chi è Kenneth Koch e perché possiamo considerarlo un uomo professionalmente completo dal punto di vista culturale

Kenneth Koch, poeta e non solo

Kenneth Koch nasce a Cincinnati, negli Stati Uniti d’America, nel 1925. La sua vita, fin dalla giovane età, è segnata da una grande passione per la scrittura, tanto da farla diventare la sua personale forma di espressione, non solo nell’ambito della poesia, per cui l’autore è maggiormente noto, ma anche nella saggistica e nella drammaturgia.

La sua professionalità empirica l’ha portato a diventare docente presso La Columbia University e uno dei principali esponenti della New York School, una corrente artistica e letteraria che si sviluppò a New York tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento.

Tra le sue opere di maggior successo troviamo Ko, or A season on Earth (1959), Permanently (1960), Thank you and other poems (1962), Sleeping with women (1969) e The duplications (1977).

Koch morirà di leucemia nel 2002, lasciando dietro di sé opere di fama mondiale e tanta cultura letteraria.

La connessione tra bambini e poesia secondo il poeta

Aspetto che, più di altri, descrive Kenneth Koch, oltre al suo straordinario genio poetico, è la sua attitudine all’insegnamento. Pare infatti che il poeta fosse spinto dalla convinzione che i bambini avessero innati i principi elementari della poesia, che fossero in grado di coglierne le emozioni e i temi più profondi. Koch credeva inoltre che, guidati nella maniera opportuna, i bambini fossero capaci di trasferire i loro pensieri su carta, sotto forma di magnifici componimenti in versi.

Da tale convinzione e dall’esperienza che egli maturò nel tempo, nasce un’opera rivolta agli educatori e ai formatori, dal titolo “ Desideri sogni e bugie”. In quest’opera l’autore riporta il frutto della sua osservazione, ovvero la capacità, da parte dei suoi alunni, di esprimere i propri sogni, ma anche i segreti, le bugie e i desideri, dando vita a poesie “piene di musica, sentimento, invenzione e candore”

Ciò dimostra che la poesia non ha una connotazione elitaria, ma è piuttosto un bene universale, nutrita da qualcosa di assolutamente innato in noi, ovvero la nostra naturale capacità di pensare.

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