Oniomania...
in fondo chi non si è lasciato sedurre da questo desiderio!

Cari lettrici e lettori,
per i pochi sopravvissuti al primo articolo, sono ancora qui a condividere con voi le mie manie.

Vi scrivo come sempre da quel di Milano, che si ostina, nonostante l’incedere della primavera, ad ancorarsi ad un bel 6 gradi.

Ed è proprio mentre facevo questa riflessione camminando per strada, tra gli sguardi persi nei propri pensieri dei passanti troppo attenti alle proprie tragedie personali per curarsi del prossimo, che il mio sguardo si sofferma sull’unica cosa che mi fa ancora credere che valga la pena trascinarsi su questa terra.

Vorrei essere una persona migliore ed avere tali aulici pensieri ad esempio per l’amore, ma purtroppo sono figlia del tempo del consumismo.

Quindi faccio una deviazione a sinistra senza segnalare ai passanti-zombie di voler cambiare direzione e per avvicinarmi all’oggetto delle mie brame devo fare slalom, meglio della “Goggia”, tra una coppia di sedicenni che si tengono la mano ed il classico uomo in carriera che parla al cellulare con passo spedito.

Mi fermo davanti alla vetrina incantata da tanta bellezza e proprio quando pensavo di non potermi mai più innamorare resto estasiata ad ammirare la perfezione un paio di “pump” che solo a vederle mi fanno male ai piedi.

A quel punto, ho il classico dubbio amletico non tanto sul fatto se sia il caso di comprarle (perché la risposta logica sarebbe sempre no, ma alla fine a chi importa della logica?), ma sul dove le metto? E soprattutto con cosa le metto?

E proprio mentre sto cercando di trovare mentalmente lo spazio nel forno per riporle (perché non lo uso per cucinare, visto che non cucino), ecco che mi ricordo che questo mese siamo già a quota 3 tra quelle regalate e quelle acquistate e siamo solo al 18 marzo.

Ed è proprio in quel preciso momento che inciampo nella parola del giorno: oniomania.

Vi confesso che è il termine medico per dire che hai un problema di shopping compulsivo.

Sempre il nostro unico Dio (il Dizionario) dice che viene dal greco e noi, come sempre, ci crediamo.

In quel momento cerco di farmi una autodiagnosi e mi chiedo se davvero questo amore per le scarpe stia scadendo nel patologico. Cerco frettolosamente il conforto nel mio iPhone per verificare se posso capire i sintomi con una analisi data dal Dr. Google e leggo essere un quadro psicopatologico caratterizzato:

“da pensieri e impulsi intrusivi e ricorrenti orientati alla ricerca e all’acquisto di beni spesso superflui o di valore economico superiore alla propria disponibilità. Spesso la persona riconosce l’oggetto come non indispensabile, inutile o eccessivamente costoso per le proprie finanze, ma essa non riesce a resistere all’impulso e a tenere sotto controllo questa smodata voglia di comprare.

A questo punto mi dico:

  • non ho nessun pensiero intrusivo
  • non sto dilapidando il patrimonio di famiglia


Faccio quindi un rapido sillogismo Aristotelico e mi dico: no, non sono malata.

Attacco il telefono con il poveretto che ascolta il mio “TG” ogni pausa pranzo con una scusa qualsiasi, entro, e le compro.

Ma voi, care donne che questo problema, invece, lo avete potete sempre giocarvi la carta pianto con vostro padre, il vostro ragazzo o con vostro marito (volutamente non ho citato donne, perché non vi accuserebbero mai che i soldi spesi per le scarpe siano sperperati) e dire che in realtà avete una malattia il cui nome è oniomania e che loro sono solo dei meschini che davanti ad un problema nemmeno cercano di comprendervi!

Sono proprio insensibili questi uomini!

 

Ed anche questa volta ce l’avete fatta a non finire in ospedale per percosse!

Alla prossima parola!

 

Sentitamente Vostra,
Sally

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