I Bajau, noti ai tanti come zingari di mare, sono un popolo che vive tra le Filippine e la Malesia. Per chi non conosce la loro storia, ad un occhio meno attento, possono apparire come una semplice comunità primitiva, ma in realtà nascondono caratteristiche che li rendono unici al mondo.
Hanno infatti sviluppato, nel corso del tempo, un vero e proprio adattamento naturale all’ambiente circostante, vivendo in simbiosi con l’acqua e diventando, di fatto, veri e propri uomini-pesce. Tali uomini possono restare in acqua per lunghe ore e toccare profondità per molti inimmaginabili, senza particolare stress per il loro fisico.
Addentriamoci dunque in questo viaggio alla scoperta del popolo dei Bajau, analizzandone la cultura, la storia e lo stile di vita.
Riguardo la tribù Bajau non si hanno fonti certe, ma la loro storia risale verosimilmente ad oltre mille anni fa. Secondo il parere di alcuni esperti si tratta di un popolo originario della Cina meridionale e che abbia vagato in mare per secoli, senza fissa dimora, inseguendo ciò che dava ad egli la sopravvivenza.
Nel tempo si sono contraddistinti per la loro natura nomade e hanno sempre vissuto spostandosi su piccole barche e piroghe, tra i mari dell’Indonesia e delle Filippine. Talvolta si fermavano per brevi soste, costruendo delle temporanee palafitte sul mare. Nonostante oggi la vita dei Bajau sia divenuta stanziale, hanno mantenuto le loro tradizioni più antiche, vivendo in vere e proprie case-barca, che loro chiamano lansa.
Tale aspetto li ha portati ad un adattamento fisico davvero sui generis. I Bajau sono infatti capaci di stare in apnea per un lasso di tempo che varia da 30 secondi ad alcuni minuti e di immergersi ad oltre 70 metri di profondità, senza l’ausilio di particolare attrezzatura tecnica.
Dunque è chiaro che la tribù Bajau ha sviluppato, nel tempo, un forte adattamento ambientale, portandoli ad un vita in simbiosi con l’acqua. In sostanza, per loro, l’acqua è vita. La loro sussistenza si basa perlopiù sulla pesca e sulla raccolta di molluschi e crostacei.
Fin dalla tenera età i bambini vengono educati a riconoscere l’acqua come un ambiente amico, privo di particolari minacce. A tal proposito si narra che molti di essi imparino prima a nuotare e solo successivamente a camminare.
L’acqua ha inoltre per i Bajau un risvolto spirituale: credono infatti che il mare sia una divinità e che, in quanto tale, sia abitato da creature straordinarie, dai tratti soprannaturali. Per tale ragione nutrono profondo rispetto nei confronti dello stesso, ringraziandolo ogni giorno per ciò che offre loro.